La verità sull’abolizione dell’IMU: ecco cosa è cambiato davvero e chi non la paga più

Negli ultimi anni, il dibattito sull’abolizione dell’IMU ha generato molte aspettative e disinformazione tra proprietari di immobili e cittadini italiani. Nonostante diversi annunci e letture superficiali delle novità normative, la realtà normativa del 2025 conferma che l’IMU – l’Imposta Municipale Proprianon è stata abolita. Restano però in vigore e vengono periodicamente aggiornate alcune esenzioni e riduzioni che modificano in modo sostanziale chi è davvero chiamato a versare il tributo e chi, invece, può beneficiarne.

Le principali novità: abolizione totale o nuovi esoneri?

Nonostante titoli sensazionalistici e voci secondo cui “l’IMU non esiste più per nessuno”, la tassa rimane obbligatoria per la maggior parte dei proprietari d’immobili. Le modifiche degli ultimi anni hanno tuttavia prodotto due cambiamenti fondamentali:

  • Maggiori esenzioni e riduzioni mirate per specifiche categorie di immobili e contribuenti;
  • Chiarimenti su casi particolari di esenzione sanciti sia dalla Cassazione sia dalla Corte Costituzionale.

Una delle rivoluzioni più significative riguarda le situazioni di coniugi che, per motivi di lavoro o personali, vivono in case diverse: anche se non residenti nella stessa abitazione, ciascuno può ottenere l’esenzione IMU sulla propria residenza anagrafica, superando così la precedente rigidità che imponeva di condividere la stessa casa ai fini dell’esenzione. Tuttavia, non basta il solo cambio di residenza; la normativa considera anche l’effettivo utilizzo dell’abitazione: in assenza di consumi significativi registrati dai contatori, il Comune potrebbe contestare l’esenzione.

Quando non si paga l’IMU: esenzioni e riduzioni concrete

Nel 2025 l’esenzione totale dall’IMU resta riservata a pochi casi ben identificati:

  • Abitazione principale non di lusso: tutti i residenti nella loro unica casa che non rientra nelle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville) o A/9 (castelli e palazzi di pregio artistico e storico) continuano a non pagare l’IMU.
  • Comodato d’uso gratuito a figli o genitori: se un immobile viene concesso in comodato d’uso registrato e il proprietario possiede un solo altro immobile oltre alla propria residenza principale, è prevista una riduzione del 50% della base imponibile. Il comodante deve però risiedere nello stesso Comune dell’immobile in comodato.
  • Immobili inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati: anche in questo caso si applica una riduzione al 50% dell’imponibile IMU, limitatamente al periodo in cui permangono tali condizioni certificate.
  • Immobili occupati abusivamente: una recente sentenza della Corte Costituzionale (2024) ha affermato che il proprietario non è più tenuto al pagamento dell’IMU per i periodi in cui non può materialmente disporre dell’immobile per via di occupazione abusiva, a patto che questa sia documentata e riconosciuta dalle autorità.
  • Residenti all’estero pensionati: chi risiede fuori dall’Italia ed è titolare di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia, può beneficiare di una riduzione del 50% dell’IMU su una sola unità immobiliare non locata o data in comodato.
  • Alloggi di interesse storico o artistico: anch’essi possono godere di una riduzione consistente dell’imposta.
  • Abitazioni locate a canone concordato: la legge prevede una riduzione del 25% dell’imposta rispetto al calcolo standard.

Si deve comunque presentare una dichiarazione IMU per attestare lo stato che dà diritto all’esenzione o alla riduzione, indicando i riferimenti catastali e le date dei periodi di esenzione.

Cosa cambia per seconde case, immobili vuoti e casi particolari

Una delle domande più ricorrenti riguarda le seconde case e soprattutto quelle disabitate o prive di utenze. La normativa non prevede l’esenzione dal pagamento dell’IMU per le seconde case semplicemente perché non utilizzate: anche se prive di acqua o luce l’imposta è dovuta. L’unica eccezione riguarda gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili secondo le procedure comunali: in quel caso l’IMU si paga solo sulla metà della base imponibile e limitatamente al periodo certificato come tale.

Un chiarimento importante deriva dall’interpretazione delle “case occupate”. Se l’immobile è oggetto di occupazione abusiva e il proprietario non può disporne, è intervenuto un principio di tutela: la situazione deve essere formalmente riconosciuta e documentata presso le autorità, permettendo l’esenzione dal pagamento dell’IMU per il tempo in cui la proprietà è stata sottratta alla disponibilità del titolare.
Anche questa novità segna un passo avanti verso una fiscalità più equa, poiché riconosce i casi di effettiva impossibilità di utilizzo del bene da parte del titolare.

Attenzione alle dichiarazioni e alle tempistiche

Per beneficiare delle agevolazioni, è obbligatorio presentare la dichiarazione IMU entro il termine stabilito, solitamente il 30 giugno dell’anno successivo a quello per cui si richiede l’esenzione. In caso contrario, il rischio è di vedersi negati i vantaggi fiscali e dover pagare l’importo pieno, comprensivo di sanzioni.

L’IMU abolita solo per alcuni: verità, limiti e prospettive future

Nonostante alcune narrazioni mediatiche, nessuna legge di recente ha disposto l’abrogazione totale dell’IMU per qualunque tipologia di proprietà immobiliare. Solo determinate categorie di contribuenti possono effettivamente non pagare più l’IMU, sempre che sussistano ben precise condizioni. Tutti gli altri devono continuare a versare la tassa entro le scadenze stabilite, salvo beneficiare delle riduzioni già illustrate.

Il quadro normativo a oggi poggia su dispositivi legislativi, sentenze e decreti che rafforzano la distinzione tra abitazione principale e altre proprietà e introducono margini di esenzione per casi particolari o per cittadini in condizioni specifiche, come residenza anagrafica o pensione estera. Il tentativo del legislatore è di uniformare e razionalizzare una tassa molto discussa, rispettando il principio di capacità contributiva enunciato dalla Costituzione.

Nel prossimo futuro, è probabile che le modifiche continueranno a intervenire per correggere squilibri, evitare abusi e semplificare la burocrazia, ma la scomparsa definitiva dell’IMU appare al momento improbabile, anche in considerazione delle esigenze di finanziamento degli enti locali.

In definitiva, ciò che davvero è cambiato riguarda l’ampliamento delle specifiche esenzioni e riduzioni, la maggiore tutela per i proprietari impossibilitati a godere del bene e un più rigoroso controllo sull’utilizzo effettivo degli immobili.

Chi non paga più l’IMU? Solo chi rientra con precisione nei criteri di esenzione stabiliti dalla legge e dalle più recenti sentenze. Tutti gli altri – proprietari di seconde case, immobili di lusso, abitazioni non principali e immobili commerciali – sono ancora tenuti al pagamento dell’imposta secondo le regole e scadenze valide per il 2025.

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